LA STORIA

Villa De Marchi Corà ora Grassi è una Villa Veneta situata a Bosco di Nanto (Vicenza). Il complesso venne costruito nel XV secolo per volontà di Antonio Francesco Olivieri, umanista vicentino, e ancor oggi mantiene le sue caratteristiche di villa inserito in un contesto rurale e agricolo. Oltre alla famiglia Olivieri, la villa venne abitata dalla famiglia nobile vicentina Porto.

La Villa De Marchi Corà ora di proprietà della famiglia Grassi è stata oggetto dal 2009 di un progressivo intervento di recupero architettonico che ha visto rinascere il corpo principale, con valorizzazione di parte degli annessi e dell’ambiente circostante. Attualmente i lavori di restauro riguardano gli imponenti edifici rustici, ancora di proprietà della famiglia Corà, tra i quali la barchessa e la colombaia, posti sul fondo del cortile interno. ed il piano della Villa dedicato un tempo a granaio con il particolare sottotetto in Pietra di Nanto
Vista a sud della Villa
Dettaglio decorativo
LA VILLA

Il complesso rurale si presenta oggi come una grande casa colonica costituita da un edificio dominicale posto su strada e una corte agricola retrostante che dà accesso a un insieme di edifici rustici posti sul fondo.
La villa si caratterizza per il suo aspetto austero e imponente delle facciate esterne. Due mappe datate 1673 e 1777 chiarificano come si presentavano i prospetti dopo gli interventi di Antonio Francesco Olivieri.

Le facciate erano arricchite da una serie di fasce che circondavano l’intero edificio poste a livello dei balconi delle finestre, quali marcapiani. Queste modanature, insieme da altri elementi architettonici come mensole e finte balaustre nelle sottofinestra del primo piano della villa, creavano un disegno e motivo ornamentale che si sviluppava sia in orizzontale che verticale. Nelle mappe è poi evidenziata la presenza di alcune torrette a coronamento degli angoli della copertura, la cui presenza è confermata anche dalle piante dell’edificio, che presentano tale chiara struttura anche nella delimitazione delle stanze angolari.
È possibile, quindi, dedurre che tutto l’intervento sia attribuibile ad un unico progetto ad opera di Antonio Francesco Olivieri, committente della Villa, che pur di professione avvocato, si dileggiava anche in architettura, esprimendo questa inclinazione della progettazione di questa proprietà.

Fase gotica
Fase rinascimentale
IL GRANAIO
Il Granaio della Villa, al secondo piano, presenta una pianta ad “H”, con grandi sale quadrate centrali e quattro camerini angolari con soffitto circolare, decorati da pennacchi; serviva per lo più da magazzino per gli alimenti e durante la seconda Guerra Mondiale, anche da dormitorio.
Il sottotetto, al terzo piano, si presenta oggi come realizzato nel Cinquecento, probabilmente nella versione architettonica dell’edificio successiva a quella in cui spiccavano le torrette laterali. Oggi la copertura a padiglione è ancora sostenuta da un unico trave verticale (detto Monaco), sul quale confluiscono tutte le travature delle capriate, così da formare una specie di raggiera. Il manto di copertura a coppi è appoggiato su delle grandi tavelle di Pietra di Nanto, montate con incastro maschio / femmina e dotate di gusce, ottenute con particolare lavorazione concava, per far defluire l’acqua verso la cornice esterna. Oggi il granaio ed il sottotetto vengono recuperati per ospitare una mostra sulla storia della Villa, sulle sue funzioni agricole e sulla vita rurale che ivi si conduceva.
Vista del sottotetto
Vista del tetto in pietra
LA BARCHESSA
La struttura della barchessa risulta un unicum nell’architettura rurale del Vicentino. L’edificio ha il pavimento in mattoni che si trova a poco più di un metro sotto al piano campagna, con funzione di cantina vinicola.
La maggiore particolarità, però, sta nell’ampia copertura a Volta a Botte in Pietra, illuminata da rade monofore strombate, sempre in pietra di Nanto, sulla parete sud. Il parziale interramento e le piccole finestrelle consentono di mantenere la cantina fresca d’estate e mite d’inverno, ideale per la conservazione del vino. La barchessa è davvero un raro esempio di connubio tra estetica e funzionalità.
Dettaglio delle finiestre
VIsta interna della cantina voltata
LA COLOMBAIA
All’angolo Sud-Ovest della barchessa sorge una Torre colombaia a pianta circolare, atipica struttura per il territorio Vicentino, essendo le colombaie usualmente quadrate.

È decorata da modanature e da monofore in Pietra di Nanto che ne impreziosiscono il prospetto. In particolare, una finestrella riporta inciso l’anno 1642 a testimonianza della storicità e della struttura e della funzionalità agricola del complesso.

Vista del tetto
Vista Esterna

LA LINEA DEL TEMPO

XIV sec.
Preesistenze Gotiche e di archi murati al pianterreno e al piano primo testimoniano l’esistenza di un importante edificio padronale nel sedime attuale di Villa Corà.
1554
I fratelli Antonio Francesco e Vicenzo Olivieri si spartivano il patrimonio familiare: ad Antonio Francesco vennero le proprietà in Bosco di Nanto che ingrandì poi con l’acquisto dal sig. Valerio Spinelli di un importante edificio in contrada San Salvatore, da lui stesso restaurato.
1557
Venivano rilevati dei cantieri con all’opera dei lapicidi (lavoratori della Pietra) nella proprietà Olivieri di Bosco di Nanto.
1559
Il termine Palazzone veniva utilizzato in quel di Bosco di Nanto quale toponimo della Villa Olivieri.
1570
Pubblicati a Venezia I Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio. A testimonianza dell’importanza della Villa, nel proemio di questa grande opera (pag. 5) si legge: “… il Signor Antonio Francesco Oliviera, il quale … è Architetto e Poeta eccellente, come ha dimostrato nella sua Alemana poema in verso eroico, ed in una sua fabbrica a’ Boschi di Nanto, luogo del Vicentino”.
1630
Girolamo di Paolo Olivieri vendeva la Villa ad Anna Sesso, vedova di Benedetto Porto, famiglia proprietari sino a circa metà dell’Ottocento.
1834
Nel Catasto Austriaco risultano proprietari della Villa i fratelli Giuseppe e Luigi Savioli. Probabilmente proprio nel corso degli inizi dell’Ottocento, in seguito ad un periodo di abandono, scomparivano gran parte delle decorazioni poste sulle facciate.
1957
Nei registri del Catasto Italiano, risulta proprietario dal 1957 al 1966 De Marchi Fioravante, fu Giuseppe
1966
Nel dopoguerra la casa ospitava la famiglia Corà, che conduceva l’azienda agricola per i proprietari De Marchi. Nei decenni successivi giunsero a convivere ben quattro nuclei familiari. Nel 1966, il capo famiglia di uno di questi, sig. Angelo Corà, acquistò tutto il complesso. La Villa sarà abitata fino al 1978.
2001
Francesco Grassi diventava proprietario della Villa, la quale non era più abitabile, mentre gli annessi rustici ed i campi rimanevano di proprietà dei figli di Angelo Corà, Gianfranco e Silvano.
2009
Francesco Grassi, divenuto Architetto, avviava i lavori di restauro della Villa, con un recupero rispettoso della particolare Architettura rurale, per poterla abitare dal 2011 con la propria famiglia.
2024
Si sono eseguiti i restauri degli annessi agricoli con la valorizzazione dei terreni circostanti. Si prosegue il restauro della Villa rendendo fruibili il secondo piano secondo ed il sottotetto.

EVENTI IN VILLA

In particolari occasioni la villa e le barchesse saranno visitabili. Su prenotazione è possibile organizzare visite guidate.

Contatti

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Villa Corà si trova a Bosco di Nanto (VI), in via Stona 16